Packaging anti-spreco.

Come ridurre costi, sprechi e problemi di conservazione rinnovando i formati e le tipologie di prodotti alimentari.

Gli sprechi (e i relativi costi) che avvengono nelle diverse fasi della filiera sono un prezzo elevato nel settore agro-alimentare, per chi produce e per chi acquista. Questo risalta ancora di più nel settore di Frutta & Verdura, sia fresca che conservata.

Adeguata conoscenza delle problematiche e implementazione di nuove tecnologie ed innovazioni permettono però di migliorare i metodi tradizionali e sviluppare prodotti “ottimizzati” in termini di formato e conservabilità.

Ma a cosa bisogna stare attenti?

1. COLTIVAZIONE

Le modalità di preparazione del campo, la scelta delle sementi, l’uso delle risorse (acqua, fertilizzanti, etc.) determinano il rendimento del raccolto. È importante selezionare con cura il come, cosa e quando piantare, per garantire alle colture di maturare al meglio. Poi è fondamentale monitorare le tecnologie e gli impianti in uso, per ridurre il quantitativo di risorse usate ed evitare eventuali perdite.

In questo modo, si riesce a garantire un raccolto di qualità ed evitare già sul campo una buona parte degli sprechi.

2. LAVORAZIONE

Che siano freschi o lavorati, gli ortaggi devono comunque passare per le mani dell’operatore.
La verdura fresca deve essere lavata e cernita, per rispondere a standard qualitativi e di sicurezza ben precisi. Di conseguenza, non tutto il raccolto sarà immesso in commercio.
Individuare modalità di riutilizzo dei vegetali scartati o “poco belli da vedere” (ad es. ricette con preparazioni di verdure cotte, miste etc.) è un passo importante per renderli comunque fruibili sul mercato.

Allo stesso modo però lo scarto di trasformazione interessa anche i vegetali lavorati. Non tutte le parti edibili degli ortaggi vengono utilizzate, né riciclate in altre lavorazioni, quando invece si potrebbero studiare ricette specifiche per l’integrazione di queste parti.

3. TRASPORTO

La catena del fresco è un processo delicato: i prodotti freschi sono già soggetti a naturale deperimento, e ancor più in fase di trasporto. Non sempre le modalità di conservazione durante il trasporto garantiscono il buon mantenimento degli ortaggi; inoltre, è più facile che si rovini o si bolli.

Durante il trasporto, l’acqua naturalmente contenuta in frutta e verdura fresca si disperde nell’aria, alterando anche l’integrità della materia prima.

4. DISTRIBUZIONE

Questa è la fase più critica! Lo vediamo soprattutto in GDO: qui lo spreco di frutta e verdura è massiccio. I prodotti su banchi e scaffali devono rispondere a specifici criteri estetici: quelli “più belli” sono più accattivanti per il consumatore (e più vendibili).

L’offerta è sempre più alta rispetto alla domanda effettiva. La scelta è vastissima ed esagerata rispetto alle necessità dei consumatori. Ne consegue che la merce invenduta abbia un destino molto triste…
Sebbene negli ultimi anni abbiano preso piede numerose iniziative volte a sensibilizzare al recupero e acquisto dei prodotti “a scadenza breve” o invenduti, purtroppo la strada è ancora lunga.

E soprattutto, bisogna lavorare ad ogni livello della filiera.

L’innovazione è il primo passo.
Ripensare lo stesso vegetale fresco, le modalità di consumo e le possibilità di trasformazione (sempre nel rispetto della materia prima) rappresenta una soluzione efficace, replicabile e a lungo termine.

Certo, pensare che questo piccolo vasetto contiene di fatto chili e chili di verdura fresca e matura è straniante. Eppure è possibile, e anzi, permette di risolvere le grandi problematiche di trasporto e conservazione!
Il formato “mini”, compatto e facile da maneggiare consente di trasportare quantità ancora maggiori di prodotto. Non richiede refrigerazione o condizioni costanti (solo, di buona prassi, un ambiente fresco e asciutto). Non può perdere acqua, perché la deidratazione “asciuga” l’umidità dell’ortaggio fresco.

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